Almeno quindici automobili rubate, tra cui una Lancia Y, alcune Fiat 500 e, per la maggior parte, Fiat Panda, sono state trovate in un capannone al confine tra Boscoreale e Pompei, nella provincia di Napoli. Le auto venivano smontate sistematicamente subito dopo i furti, trasformando l’officina illegale in una sorta di catena di montaggio. Ogni pezzo era pronto per essere rivenduto sul mercato nero.
A scoprire questa attività sono stati gli agenti del commissariato di Pompei, che hanno fatto irruzione nel capannone, sorprendendo due persone sul posto, poi arrestate con l’accusa di riciclaggio.
Non è la prima volta che questo capannone finisce al centro delle cronache giudiziarie. In passato, ospitava la Valtetto, un’azienda specializzata nella produzione di abitazioni eco-sostenibili, di proprietà di Gerardo Del Sorbo. L’imprenditore fu ucciso e decapitato nel gennaio 2010, e il suo corpo venne abbandonato proprio davanti all’edificio di via Cimitero. Nel 2011, durante un altro intervento delle forze dell’ordine, il capannone fu trasformato in una serra per la coltivazione di marijuana, portando all’arresto di due persone.
L’ultimo blitz è avvenuto martedì 2 ottobre. Gli investigatori della Polizia Giudiziaria di Pompei, supportati dalle pattuglie del commissariato, hanno perquisito l’edificio, sospettato di essere una base per il riciclaggio di automobili rubate. All’arrivo degli agenti, le due persone all’interno si sono barricate nel capannone, costringendo la polizia a scalare l’edificio per fare irruzione.
All’interno, sono state rinvenute quindici carcasse di auto, tutte risultate rubate, oltre a decine di pezzi già smontati e pronti per essere immessi sul mercato clandestino. I due uomini arrestati, cugini provenienti da Scafati e Poggiomarino, sono accusati di riciclaggio. Le indagini continuano per identificare i responsabili dei furti e i destinatari dei pezzi rubati.