Un’esecuzione studiata nei minimi dettagli, con precisione e freddezza. Così sono stati uccisi nel pomeriggio di ieri, lunedì 4 febbraio, Francesco Abenante, 34 anni, detto “Franchelotto”, e Salvatore Avolio, 32 anni, in un agguato avvenuto in una strada priva di telecamere nella zona di via Janfolla, a Miano.
Faida di Miano, “Franchelotto” e Salvatore Avolio uccisi da killer professionisti
Due sicari in sella a uno scooter di grossa cilindrata hanno esploso oltre dieci colpi di pistola, colpendo a morte le vittime. Le indagini, coordinate dal PM della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Sergio Amato e affidate ai Carabinieri del Comando Provinciale guidati dal generale Biagio Storniolo, puntano a ricostruire il movente del duplice omicidio.
Secondo le prime ipotesi, l’obiettivo principale era Francesco Abenante, ritenuto vicino agli Scognamiglio, ma Avolio – legato al gruppo Pecorelli-Catone – non poteva essere risparmiato poiché si trovava con lui. Avolio, inoltre, aveva già vissuto una tragedia familiare simile: tre anni fa suo fratello Antonio fu assassinato a poca distanza dal luogo del delitto. Entrambi orbitavano attorno alla galassia criminale dei Lo Russo, i “Capitoni” di Miano, una cosca disgregata da arresti, pentimenti e tradimenti.
Lo scontro tra i gruppi di “ngopp Miano” e “abbasc’ Miano” ha rimescolato gli equilibri criminali, con i Licciardi della Masseria Cardone che avrebbero allungato le mani sul controllo delle attività illecite della zona. Gli investigatori stanno passando al setaccio telecamere, chat e messaggistica dei cellulari delle vittime, mentre continuano le perquisizioni e l’ascolto di testimoni per individuare i mandanti e gli esecutori dell’agguato.