Giugliano. Il boss Biagio Micillo avrebbe ripreso i “gradi” da luogotenente del clan Mallardo pure dopo una detenzione di circa 10 anni. Una volta uscito dal carcere nel settembre 2021, “‘o chiacchierone” avrebbe ripreso in particolare il controllo della fazione di via Cumana della cosca giuglianese. E’ quanto emerge tra le carte dell’ordinanza firmata dal gip Comella del tribunale di Napoli che oggi ha portato i carabinieri della Compagnia di Giugliano ad eseguire una misura cautelare nei confronti di 4 persone accusate di associazione per delinquere di tipo camorristico.
Il ritorno del vecchio boss
Oltre a Micillo sono finiti in carcere stamani anche Domenico Chiariello, Giulio Maisto e Antonio Miraglia. Sono difesi dagli avvocati Michele Giametta, Luigi Poziello e Leopoldo Perone. Il boss 68enne, tornato in città anche se in regime di sorveglianza speciale, si sarebbe avvalso in particolare del supporto del nipote Chiariello per la gestione degli affari illeciti. Come prima azione avrebbe rimproverato gli affiliati che si “erano comportati male” col ras Michele Di Nardo, intanto tornato in cella ma che avrebbe continuato a dare indicazioni attraverso videochiamate, mantenendo una certa influenza su diversi affiliati. Micillo a più riprese si è però lamentato del lavoro della nuove leve della malavita locale: “Gli devo andare io dietro a questa età, sono un pò lenti, che gioventù bruciata”. Non solo videochiamate ma anche lettere scritte a mano sono state trovate dei carabinieri.
E nella zona di Sant’Anna, tra i vicoli storici e stretti,si sarebbero tenuti diversi summit. Un luogo che non avrebbe convinto Micillo perchè “senza via di fuga e viene troppa gente”. Gli inquirenti sono però riusciti ad intercettare numerosi incontri e conversazioni finite nell’ordinanza che ha portato al blitz di oggi.
Per la Dda di Napoli, quindi, Micillo (trasferito in una casa lavoro in Abruzzo lo scorso ottobre) avrebbe avuto il ruolo di referente dell’organizzazione criminale, con poteri direttivi e decisionali circa le strategie da adottare per estorsioni e gestione della cassa della cosca, mantenendo anche i rapporti con altri clan come quelli di Secondigliano e Melito; suo nipote Domenico Chiairello avrebbe agito quale persona di fiducia di uno dei reggenti del clan, con il compito di organizzare incontri e riunioni; gli altri due indagati con compiti esecutivi delle attività illecite da eseguire.
‘O chiacchierone aveva iniziato la sua carriera con la “nuova camorra organizzata” di Raffaele Cutolo, poi la lunga militanza nel clan Mallardo fino a diventare referente per la zona di Qualiano. Nel 2012 scattò l’arresto a Sperlonga nel Lazio. Oggi Biagio Micillo è tornato in cella a 68 anni dopo appena 3 anni da libero anche se vigilato.